jueves, 25 de junio de 2015

«Pagare noi i privilegi dei greci? Assurdo»


L’eurodeputato spagnolo Bidegain spiega perché la solidarietà in Europa è così difficile.

«Noi spagnoli abbiamo dato 26 mila milioni di euro, per aiutare la Grecia nei momenti più drammatici della sua crisi. Ma non lo abbiamo certo fatto perché poi cercasse di regalare ai suoi cittadini dei privilegi che nessuno spagnolo, e nessun cittadino dell’eurozona, ha mai avuto».

Pablo Zalba Bidegain, 40 anni, eurodeputato del Partito popolare europeo e vicepresidente della commissione Affari economici e monetari dell’Europarlamento, è considerato il portavoce della generazione più giovane dei politici spagnoli. Quelli, appunto, che insieme con i colleghi portoghesi, o irlandesi, oggi guardano con una certa perplessità agrodolce al piano greco e a certe temute arrendevolezze dell’Europa.

Vi sembra che la Grecia sia stata trattata troppo bene, rispetto alle condizioni che hanno dovuto affrontare in questi anni i vostri Paesi?

«Mettiamola così: in generale, per avere solidarietà dagli altri, devi anche tu essere solidale con loro. Bene, la Grecia ha chiesto e chiede la solidarietà dell’eurozona. Ma se poi cerca di avere più vantaggi e privilegi per i suoi cittadini, rispetto a quelli di tutti gli altri Paesi, è lei a non mostrarsi solidale». Ed è così che è andata? «Tsipras ha fatto troppa politica, in un momento così critico e su temi così drammatici». Qualche esempio? «Eccone subito uno, il più clamoroso. In media, nell’Ue viene assorbito dalle pensioni il 13% del Pil. In Grecia, la percentuale è invece del 17,5%. Ciò significa una sola cosa: che è logico, e basico, intervenire con una riforma per ridurre questo peso». Come? «Riducendo il numero dei prepensionamenti, e aumentando l’età media dell’andata in pensione. Lei immagini che una regione italiana dichiari di colpo: da noi si va in pensione a 58, 60 anni, e non a 67. Tutti direbbero: è pazzesco. Anche perché una decisione così è di competenza statale, non regionale. Eppure proprio questo, fatte le debite proporzioni, è avvenuto in Grecia rispetto al resto della Ue».

Un errore soltanto economico?

«Anche politico, naturalmente. E morale. Perché qui torniamo al tema della solidarietà: l’eurozona è e sarà solidale al suo interno se le norme dei singoli Paesi saranno armonizzate fra loro. Questa è la condizione prima. E perché questo accada, perché anche la Grecia abbia la solidarietà degli altri, bisogna per esempio che l’età del pensionamento dei suoi cittadini sia in linea con quella degli altri Stati. C’è un’altra cosa che non mi piace…». Quale? «Che Tsipras non può far pensare al suo popolo che l’Eurozona, e la Ue, siano un male. Perché questo è falso».

L’accordo sembrava alle porte, ora non più. Come andrà a finire?

«Sono ottimista. Il governo greco ha cominciato a capireche stare nel club dell’euro ha i suoi vantaggi, ma anche le sue norme e le sue condizioni. In spagnolo diciamo: “nuncas tarde se la dicha es buena”. E cioè: “meglio tardi che mai”».

Qualcuno dice ora che, dopo la Grecia, potrebbe essere la Spagna a tornare in una zona di rischio.

«La Spagna ha un governo, quello di Mariano Rajoy, che ha capito la necessità delle riforme. Oggi è alla testa della crescita, e della creazione di nuovi posti di lavoro. Ci sono molte più speranze rispetto a 5 anni fa. La Grecia ha invece perduto molto tempo. E poi non aveva capito la cosa più importante». E cioè? «Che il suo vero problema non è il debito pubblico. Ma la crescita, spinta dalle riforme. La ristrutturazione del debito è una battaglia persa. Syriza, Tsipras, avrebbero dovuto cercare fondi, aiuti, risorse, per la crescita. E Katainen (commissario europeo al lavoro, crescita, investimenti e competitività, ndr) era disposto ad aiutare la crescita della Grecia per attutire l’impatto di certe riforme». Accadrà ora? «Speriamo. La verità è che la Grecia ha avuto un governo irresponsabile che non capiva le sue priorità. Ora spero che abbia capito e continui a comprenderlo anche nei prossimi mesi. Questa volta, il riscatto è obbligato».

Tsipras non ha capito che il vero problema non è il debito ma la crescita spinta dalle riforme. La ristrutturazione del debito è una battaglia persa.

martes, 16 de junio de 2015

Movers and Shakers


https://www.theparliamentmagazine.eu/articles/news/movers-and-shakers-15-june-2015


Keep track of movements in the European institutions and public affairs with our movers and shakers column.

European Parliament:

Members of Committees, Subcommittees and Delegations:
Pablo Zalba Bidegain (EPP, Spain) switched from substitute to member of the Euro-Latin American Parliamentary Assembly (D-LAT).
Brian Crowley (ECR, Ireland) joined the Committee on Legal Affairs (JURI).
Diane James (EFDD, UK) joined the Committee on Economic and Monetary Affairs (ECON).
Patrick O'Flynn (EFDD, UK) switched from member to substitute of the Committee on Economic and Monetary Affairs (ECON).
Substitutes of Committees, Subcommittees and Delegations:
Tom Vandenkendelaere (EPP, Belgium) switched from member to substitute of the Delegation to the Euro-Latin American Parliamentary Assembly (D-LAT).
Bolesław G. Piecha (ECR, Poland) joined the Delegation to the ACP-EU Joint Parliamentary Assembly (D-ACP).
Political parties:
Ex MEP Zita Gurmai (Hungary) re-elected as President of the European Socialists women's' organisation (PES Women).


European Commission:
Cabinets:
Pierre Moscovici's team: Lucie Mattera joined as a member, replacing Malgorzata Iskra.
Directorates-General:
Translation (DGT) - Directorate S: Klaudia Zagorowicz is the new Customer Relations adviser.


Council of the European Union:
General Secretariat:
Christine Roger appointed as Director-General for Justice and Home Affairs, replacing Rafael Fernandez. She will take up her new position as of 1 July.


European Central Bank:
Directorates-General:
International and European Relations: Lucas Ter Braak became the new Head of EU Institutions and Fora Division Unit, replacingJohannes Lindner.
Secretariat:
Stuart ORR became the new Head of Information Management Services Division Unit, replacing Emily Witt.
Public Affairs:
American Chamber of Commerce to the European Union (AmCham EU): Melanie Faithfull Kent, Chief Operating Officer of Hill+Knowlton Strategies, appointed as the Chair of the Communications and Marketing Group and the newest member of the AmCham EU Board.
Solidar: Francisca Sauquillo has been elected as President and MEP Knut Fleckenstein (S&D, Germany) as Vice-President.
International Federation of Industrial Energy Consumers (IFIEC Europe): Annette Loske elected as the new President, succeedingFernand Felzinger who will continue as Vice-President to chair IFIEC Europe's Management Committee. Alessandro Profili elected as Deputy President, succeeding Peter Claes.

News in a nutshell:
Member states:
Poland: The Minister for Health Bartosz Arłukowicz, the Minister for Treasury Włodzimierz Karpiński and the Minister for SportsAndrzej Biernat, Civil Platform party (EPP) resigned amid leaked tapes. The parliamentary Speaker, Radek Sikorski and three Deputy Ministers resigned as well.
Denmark: Danish people head to the polls on Thursday 18 June, after Danish Prime Minister Helle Thorning-Schmidt, Social Democrats (S&D) called a snap election in May.
Romania: The Romanian MPs voted against lifting the immunity of the Prime Minister Victor Ponta, Social Democratic Party (S&D), who is facing corruption allegations. President Klaus Iohannis urged him to resign, but Ponta refused and passed a vote of confidence on Friday 12 June. On Tuesday 11 June the Minister for Transport Ioan Rus, Social Democratic Party (S&D) resigned.
United Kingdom: British MPs backed the plans for the EU referendum during the first debate and voted by 544 to 53 in favour of the bill, which now moves to the next stage of its process.
Applicant states:
Turkey: The ruling Justice and Development party (AKP) (AECR) lost its parliamentary majority and has now 45 days to form a coalition government. The pro-Kurdish People's Democratic Party (HDP) crossed the 10 per cent threshold and secured seats in the parliament for first time. If no coalition deal is reached, a fragile minority government and early elections seem likely to follow. Prime Minister Ahmet Davutoğlu resigned on Tuesday 9 June, but will remain in his post until a new government is formed.
Correction:
Finland: The European affiliation of the Centre Party is ALDE Group and not ECR.