jueves, 10 de julio de 2014

I conservatori spagnoli in controtendenza: diamo piú tempo a chi ora é credibile



Un fantasma si aggira per la Europa. Si chiama «flessibilità» nella gestione dei bilanci pubblici. Alcuni la vogliono: per esempio Matteo Renzi, o François Hollande. Altri, la esorcizzano: per esempio Angela Merkel, o Manfred Weber, capogruppo tedesco del Ppe all Europarlamento che laltro giorno ha detto in faccia a Renzi il suo «no». Ma in quello stesso Ppe, non ci sono solo i tedeschi. Ci sono anche eurodeputati italiani, francesi, spagnoli, greci, portoghesi, per dirla alla buona l ala «latina». E fra loro, le opinioni non sono blindate. Né gli sguardi rivolti tutti al faro di Berlino. «Anche perché ci sono due tipi ben diversi di flessibilità, e questo dobbiamo intenderlo tutti» dice lo spagnolo Pablo Zalba da Pamplona, 39 anni come Renzi, economista con laurea all università di Navarra e master a Londra, attuale vicepresidente della Commissione per gli Affari economici e monetari dell Europarlamento.

Che cosa intende dire?

«Cè la flessibilità dei criteri, che a me non piace, e poi quella del tempo, il tempo che si può concedere per il rientro dal deficit».

Cominciamo dalla prima.

«Quando da noi il primo ministro Zapatero fece rifare i marciapiedi per contrastare la caduta della produttività, quello era da giudicare come un investimento produttivo, meritevole di flessibilità? Non credo proprio. E infatti la Spagna rimase ferma, o quasi».

E la flessibilità temporale, invece?

«Ne abbiamo avuto esempi importanti, e positivi: la Spagna ha avuto 3 anni in più per rimettersi a posto, lOlanda che ora protesta tanto ha anchessa chiesto e ottenuto un anno. Ma la flessibilità, condizionata e non generalizzata, deve accompagnarsi alla credibilità, diversamente non ha molto senso. Ed il principio generale è questo: dobbiamo essere molto stretti, attenti, nel criterio di valutazione, ma non nei limiti temporali. Dobbiamo cercare un equilibrio fra i diversi fattori».

Vale per tutti i Paesi?

«Mi rimetto ai fatti: come potrei oppormi a un Paese che si è guadagnato credibilità e che chiede un po di tempo in più per completare una missione sicuramente finalizzata alla crescita e non allo spreco? È venuto il momento di dirlo: le responsabilità nella gestione dei bilanci di alcuni Paesi hanno messo a rischio la sopravvivenza della zona euro, ma altrettanto ha fatto la mancanza di solidarietà».

È un po lesatto contrario di quello che sostiene la signora Merkel?

«Questo l ha detto lei».

Ed è un po diverso da ciò che sostiene il suo capogruppo Weber, certo che i «debiti distruggono il futuro», certissimo della sua piena consonanza di idee con Angela Merkel, e più certo ancora del fatto che la flessibilità è un rischio.

«Io esprimo una mia opinione. E ricordo che anche nel patto di Stabilità, come del resto dice la stessa signora Merkel, ci sono i margini per recuperare in alcuni casi una certa flessibilità temporale. Sa una cosa? La risposta più intelligente di tutte a questa domanda lha data Olli Rehn, lex commissario europeo agli Affari economici e monetari: il Patto non è stupido?, ha detto, e penso che abbia proprio ragione».

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